16 Feb Pianeta Birra 2008
Sveglia alle 5 del mattino per prendere il treno diretto a Rimini. Alle 12 circa si giunge a destinazione, un po’ di coda e di controlli per entrare e poi via che si parte!
Prima di iniziare con il report, un piccolo appunto sulla “selezione all’ingresso“: i controlli sono più rigidi rispetto all’ultima edizione a cui avevo partecipato. Addirittura ci hanno controllato i documenti per verificare se gli inviti che avevamo compilato erano coerenti oppure no. Questi controlli aggiunti ai 38€ di costo del biglietto per chi era sprovvisto di invito hanno contribuito a ridurre il numero di persone poco interessate al mondo della birra se non per bere a volontà, indistintamente fra birre buone e birre pessime.
Ma passiamo al vero motivo per cui ci siamo fatti 6 ore di treno: la birra, vera protagonista di questa fiera.
Siamo partiti con un giro dei birrifici italiani; ecco alcune delle birre assaggiate:
Birrificio Lambrate
Bricola: una delle birre più particolari che ho assaggiato, prodotta con corteccia di quercia. I malti utilizzati dovrebbero essere pils, caramel, melanoindin e special b.
Birrificio del Ducato
Via Emilia: forse la birra più luppolata, sicuramente quella che mi è piaciuta maggiormente. L’avevo già assaggiata al Pils Pride 2007 a Lurago, ma dietro consiglio di Giovanni (il mastro birraio) l’ho riprovata; ugualmente amara e maltata, ma l’amato ora è meno pungente. Il sentore di luppolo, di erbaceo è spettacolare: un vero paradiso per gli amanti delle pils ben luppolate.
A.F.O.: spillata a pompa ricorda quasi una real ale.
Porter + Stout: mix fra una porter e una stout (purtroppo non ricordo il nome) molto equilibrata e morbida al palato.
Giovanni ci ha fatto fare una panoramica completa delle sue birre: tutte molto buone, ma ho riportato solamente quelle che mi hanno colpito maggiormente.
Baladin
10: anche questa è una birra molto particolare frutto della mente estroversa di uno dei più famosi e fantasiosi birrai italiani: Teo Musso. Questa birra viene prodotta con l’ultizzo di lievito per whisky ed è molto dolce e (probabilmente) alcolica.
Birrificio di Torino
Sahara: birra molto leggera, con note speziate di coriandolo e buccia d’arancia. Dovrebbe essere una blanche.
Rufus: birra di colore rosso, stile bock, a mio avviso priva di personalità a mio avviso.
1789
Nizza: questa birra se non ho capito male viene importata; chiara a bassa fermentazione.
Ketter: bock di colore ambrato, con delle note caramellate ben bilanciate.
Moscatus: birra chiara molto particolare, prodotta con l’aggiunta di mosto di moscato d’Asti. Anche questa è una delle birre che più meritava l’assaggio. Morbida, molto beverina, con sentori di pesca e the verde.
Maltus Faber
Birrificio genovese con chiare ispirazioni belghe (infatti utilizzano lieviti di quella zona). Complice forse lo stile che non mi piace particolarmente, non ho apprezzato molto queste birre.
Torre del Borgo
Genziana: birra fresca, leggera e beverina. Colore chiaro, il malto base è il pils (quasi tutto pils) con aggiunta di genziana che gli conferisce una nota balsamica e una delicata personalità.
Orso Verde
Rebelde: è stata l’ultima birra assaggiata della giornata e devo ammettere che ero provato dalle diverse ore passate a bere… mi concederò il diritto (e dovere) di assaggiarla nuovamente in qualche locale della zona.
Bi-Du
Du Bi Du: che dire, sempre buone le birre prodotte da Beppe.
Dopo una pausa per rifocillarci e far riposare un po’ le nostre papille gustative, abbiamo deciso di passare ai birrifici stranieri. Abbiamo puntato subito lo stan Interbrow all’interno del quale siamo riusciti ad entrare solo dopo 5 minuti circa di attesa.
Questo stand era accessibile solo dopo una sommaria selezione all’ingresso che più che altro permetteva di smaltire un po’ dei visitatori prima di farne entrare di nuovi, al fine di non avere troppa confuzione all’interno. Un altro accorgimento è stato il numero massimo di consumazioni consentite, limitato solo a 6.
Anche qui il livello delle birre presenti era veramente alto; ecco un po’ di nomi sparsi di quelle assaggiate:
- Kwak
- Tripel Karmeliet
- Blanche de Namur
- Wieninger Hefe Weissbier
- La Trappe Quadrupel
- Oyster
- Apple BOCQ
All’interno dello stand era presente anche una degustazione tenuta da Lorenzo Dabove (in arte Kuaska). Purtroppo non ho capito bene qual’era il tema, ma credo fosse qualcosa inerente le birre belghe in generale, forse una descrizione delle differenze fra le varie tipologie (double, tripple, quadruple, …)
C’è stato anchequalche altro assaggio qua e là, ma nulla degno di nota.
Ma la fiera non è solo un luogo in cui bere e assaggiare varie birre. La particolarità di queste manifestazioni è quella di poter parlare direttamente coi produttori e incontrare altri appassionati con cui poter scambiare le proprie impressioni, i propri consigli e scambiare quattro chiacchiere.
Pianeta Birra rimane la fiera più ricca e affollata dedicata a questa bevanda, un’occasione da non perdere sia per i professionisti, sia per i semplici appassionati di questa bevanda a base di acqua, malto, luppolo e lievito.
Ed è proprio così, chiacchierando che si scoprono cose nuove, come, ad esempio, il fatto che il birrificio Bi-Du sposterà la prodizione in un’altra sede e che ha messo in vendita l’impianto che (ricordiamolo) fu anche del Birrificio Italiano: un impianto che (credo di non esagerare) ha contribuito a scrivere buona parte della storia della birra artigianale italiana degli ultimi anni.
Infine arriva il momento di tornare verso casa: un ultimo giro di saluti e poi ci si incammina verso la stazione dove c’è un bel treno che ci riporterà sani e salvi ai nostri paeselli. Ottima soluzione quella di muoversi in treno: non bisogna preoccuparsi di quanto si è bevuto quindi ci si gode maggiormente la fiera e non si rischia nulla sulla strada del ritorno.